La Storia PDF Stampa E-mail

Franco Calvetti nacque il 19 dicembre 1911 a Lecco (piazza Garibaldi, nell’edificio della Banca d’Italia, allora sede degli Uffici delle Poste e Telegrafo), da Gianni Calvetti – Direttore del Telegrafo, e da Ester Alippi, Dirigente delle Poste, figlia di Marcellina, a lungo ricordata per aver organizzato e gestito con spirito imprenditoriale e manageriale, per molti anni, le Poste di Mandello del Lario. Quinto figlio di numerosa famiglia (Ester e Gianni Calvetti ebbero 16 nati), condusse i suoi studi liceali nel Seminario Diocesano di Venegono, al quale affluivano non solo i chiamati ad una vocazione religiosa, ma anche studenti delle famiglie meno abbienti. Qui incontrò compagni che, divenuti Sacerdoti, conservarono con lui rapporti di duratura amicizia; si sviluppò il suo talento per lo sport calcistico e iniziò la passione per la musica, a partire dal canto gregoriano e ambrosiano, nel quale ebbe maestri di grande fama.
Completò gli studi nell’Università Cattolica di Milano, frequentando il pensionato, laureandosi il 15 dicembre 1934 in Giurisprudenza. A questo periodo risalgono le amicizie con numerosi artisti (il poeta Capelli, il violoncellista Egidio Castelli, il pianista Arturo Benedetto Michelangeli, il pianista Alfonso Micheli, il violinista Giuseppe Conti, i pittori Ennio Morlotti, Orlando Sora, Gianfranco Donadelli, ecc.), coi quali condivise interessi, spirito goliardico e povere colazioni nelle latterie. Contemporaneamente praticò lo sport calcistico, entrando a fare parte di rappresentative studentesche nazionali e disputando campionati nella serie B (di allora), nel suo ruolo naturale che oggi definirebbero di fantasista. Alpinista per diletto (“rocciatore” come si diceva all’epoca) con la guida dei già famosi amici Pino Panzeri e Riccardo Cassin e pioniere sciatore ai tempi in cui le piste si raggiungevano a piedi, sci in spalla e si praticava il “telemark”. Iscritto alla pratica forense il 21 gennaio 1936, frequentò gli studi dell’Avv. Carlo Corti, Arnaldo Bonardi e Luigi Lillia.
Superate le prove di concorso e divenuto Procuratore il 22.12.1938 (allora non era ancora “sospeso” l’Albo chiuso), iniziò autonomamente la professione forense, dedicandosi in particolare al diritto penale. Difensore di partigiani e di fascisti, non si curò mai del proprio tornaconto, schierandosi sempre dalla parte di chi, accusato, avesse bisogno di un difensore coraggioso. Avvocato dal 29 dicembre 1944 e cassazionista dall’11 ottobre 1958, assunse il ruolo di difensore anche accanto a nomi famosi (Gonzalez, Bentini, Delitala, Leone, Degli Occhi, Dall’Ora, Luzzani, ecc.) in processi di grande impegno. Studioso del Manzoni, prese parte a vari Convegni Manzoniani. Partecipò alla vita culturale e artistica della città di Lecco; tenne numerose conferenze per vari circoli (in particolare il Centro di Cultura) sui temi preferiti (musica, Manzoni, umorismo, poesia dialettale). Sposato il 6 novembre 1938 con Luisa Tavola Orsenigo, nipote dell’Arcivescovo Mons. Cesare Orsenigo, all’epoca Nunzio della Santa Sede in Germania. Dal matrimonio nacque il figlio Gianni, che seguì la professione paterna. Fondatore, nel 1947, con Vicenzo Saputo e Riccardo Zelioli dell’Accademia Corale di Lecco, ne animò l’attività e partecipò a lungo, anche come corista (nella sezione dei “tenori primi”). Nell’ambito musicale partecipò alla commissione per la selezione dei “veri canti degli Alpini” ed alla omonima pubblicazione della prima serie di incisioni del coro “Grigna”, per l’Associazione Nazionale Alpini.
Autore di innumerevoli scritti e saggi per “La rivista di Lecco”, il “Punto Stampa”, il “Giornale di Lecco”, la “Gazzetta di Lecco”, la “Toga Lecchese”, su argomenti vari, ma prevalentemente nell’ambito della musica, dell’arte, della montagna, della vita forense, della letteratura e del costume. Ritiratosi dalla attività forense nel 1993, dopo aver conseguito e superato il traguardo di 50 anni di professione, continuò, dalla sua casa di campagna, a prestare preziosa consulenza ai membri del suo studio, tenendosi sempre aggiornatissimo su tutte le modifiche legislative, così come aggiornatissimo rimase , fino all’ultimo, sui fatti relativi al mondo della musica, della letteratura, dell’arte e del suo sport preferito del quale fu vero intenditore, il football.
Si spense serenamente nella notte dell’Epifania dell’anno 2000, al termine di una breve malattia, nella sua casa di campagna, circondato dai familiari e dalla fida governante – giovane Keniota – con la piccola figlia, della quale fu “nonno” adottivo, che lo assistettero con affetto.

 

STUDIO LEGALE CALVETTI

Avv. Stefano Calvetti
Piazza Manzoni n. 23 - 23900 LECCO
tel. +39 0341 367449 - fax +39 0341 352477

C.F. CLVSFN73D17E507T - P.IVA 03851890131

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